
Nascosti in Piena Vista - Frontiera Sud

Il fenomeno delle migrazioni dei minori stranieri non accompagnati ha assunto proporzioni più elevate, in Italia, a partire dagli anni '90 e, negli ultimi due decenni, si è rivelato in tutta la sua complessità. Per questo, sin dal 2008, Save the Children opera per promuovere il miglioramento del sistema di accoglienza per i Minori Stranieri Non Accompagnati (MSNA), soprattutto intervenendo nelle strutture di prima accoglienza al fine di supportare i minori accolti e di rafforzare le competenze e le capacità del personale operante all'interno delle strutture stesse.
Ma lo fa anche attraverso indagini sul campo, per monitorare e raccontare il viaggio migratorio dei minori. Dopo averne seguito i percorsi al Nord , il nostro team di ricerca si è spostato nel Sud del Paese, in Calabria, Sicilia e nell'Isola di Lampedusa e, nei tre mesi estivi del 2022, ha percorso a ritroso il viaggio migratorio delle migliaia di bambine, bambini, ragazze e ragazzi che ogni anno arrivano, soli, nel nostro Paese. Questo viaggio è descritto nel nuovo Rapporto "Nascosti in Piena Vista - Frontiera Sud"
"Qui i tuoi diritti si trovano in tutto, in qualunque cosa tu faccia. La differenza tra un bambino che vive in Tunisia e uno che vive in Italia? C'è tanta differenza: in Italia, come in Europa, le circostanze aiutano il bambino a vivere bene, le scelte sono infinite." Mustapha, neo diciottenne, proveniente dalla Tunisia incontrato a Catania nel luglio 2022.

Quanti sono i MSNA in Italia?
Secondo i dati diffusi dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, al 31 dicembre 2022, in Italia erano presenti 20.089 Minori Stranieri Non Accompagnati. Si tratta di valori molto superiori rispetto a quelli osservati negli ultimi due anni (erano 12.284 nel 2021 e 7.080 nel 2020) ma non distanti da quanto già osservato in passato (nel 2017, ad esempio, erano 18.303 i minori stranieri non accompagnati presenti nel nostro Paese al 31 dicembre). Si tratta prevalentemente di bambini o ragazzi (85%) e la maggior parte di loro ha 17 anni (44,4%), anche se, rispetto a due anni fa, è diminuita la quota di 17enni ed aumentata quella di MSNA di età compresa tra i 7 e i 14 anni (erano il 4,4% nel 2020, sono il 17,5% nel 2022).
Le minori straniere non accompagnate presenti in Italia al 31 gennaio 2022 erano 2.988, un numero 12 volte maggiore rispetto a quello del 2020 (256). Si tratta prevalentemente di infra 14enni (48%) ma ben il 9% ha 6 anni o meno. Il pericolo maggiore, con le minori straniere non accompagnate, è che, quando si allontanano dai centri di accoglienza lo facciano soprattutto in modo "forzato", ossia per motivi legati allo sfruttamento sessuale. Anche se il problema della tratta oggi viene affrontato di petto dalle strutture di accoglienza, è necessario garantire una attenta attività di coordinamento con le forze di polizia e le autorità competenti al fine di contrastare l'allontanamento non volontario dai centri di accoglienza dei e delle minorenni destinate allo sfruttamento, e a volte si trovano modi per riscattare alcune delle ragazze.
Nei decenni sono cambiate le nazionalità prevalenti e le rotte migratorie, elementi che dipendono in larga parte dagli accadimenti geopolitici e climatici del mondo che ci circonda. E infatti, a seguito dello scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina, nel 2022, i minori stranieri non accompagnati provenienti dall'Ucraina sono aumentati notevolmente (erano lo 0,4% del totale nel 2021, sono il 25% nel 2022). In generale, seppure con alti e bassi, non sono mai cessati i flussi dei minorenni provenienti da Paesi dove vengono segnalate violazioni dei diritti umani fondamentali: Eritrea, Somalia, Guinea, Costa d'Avorio, ma anche Nigeria e Bangladesh.
Tra il 2012 e il 2022, nonostante periodi più o meno intensi, il numero di minori stranieri non accompagnati presenti nel nostro Paese è stato abbastanza regolare, con una media di circa 11.500 l'anno. Nonostante questo, l'approccio all'accoglienza rimane quello "emergenziale" e questo rischia di vanificare l'efficacia del sistema di protezione, sebbene esista un tessuto di associazioni ed enti molto impegnato nella tutela dei minorenni stranieri.
Lo Sbarco
Questa nuova ricerca sul campo di ha portato ad assistere a tre operazioni di sbarco: il 21 agosto a Roccella ionica (60 provenienti dalla Turchia), il 7 settembre a Lampedusa (40 persone partite dalla costa libica) e il 22 settembre a Messina (402 persone partite dalla Libi). I 60 migranti arrivati a Roccella Ionica provenivano dalla Turchia, a conferma che quella tra la Turchia e la Calabria è una delle nuove rotte migratorie, utilizzata prevalentemente da afghani, iracheni, iraniani e curdi. La stessa rotta dove hanno trovato la morte le 66 vittime del naufragio della scorsa settimana.
Siamo partiti in 70 su una barca a vela dalla Turchia. Cinque giorni di viaggio, chiusi sotto coperta, è stata molto dura, c'erano le onde alte.
Il sovraffollamento delle strutture rende impossibile tenere i minori non accompagnati e le famiglie separati dagli altri e rende ancora più difficoltose le operazioni di intervento a supporto dei migranti durante la primissima accoglienza. Spesso di fallisce proprio nelle prime fasi della presa in carico dei minori stranieri non accompagnati, senza riuscire a garantire loro l'accesso ai diritti sostanziali.
"Sappiamo che, in particolare per i minori, c'è la difficoltà di reperire posti liberi nei centri. [L'hotspot] non è tuttavia un ambiente idoneo, ancor più se la permanenza si protrae nel tempo: può divenire ritraumatizzante poiché riproduce uno spazio fisico e anche psicologico di precarietà, isolamento ed estraneità non in linea con il bisogno di trovare riparo non solo fisico ma innanzitutto relazionale" Valentina Giulino, psicologa dell'ONG Terre des Hommes.
Al CARA di Crotone, centro di accoglienza adibito anche ad Hotspot, al momento del nostro arrivo, il 22 agosto, ci sono 830 persone, a fronte di una capienza di 641 posti, e i minori non accompagnati sono 89, anche se il numero di persone cambia continuamente. Il 29 ottobre, ad esempio, e quindi dopo la fine dell'estate, si è arrivati a 1.354 presenze, di cui 59 minori non accompagnati.
Il CARA di Crotone, gli Hotspot di Pozzallo e Lampedusa - pur nelle loro differenze - spesso a causa del sovraffollamento, della promiscuità tra minori e adulti, delle condizioni igienico-sanitarie precarie, risultano luoghi totalmente inadeguati e non sicuri, soprattutto per i più vulnerabili, come i minori soli e le giovani donne reduci da viaggi terribili. Con il paradosso che, a causa della mancanza di posti in accoglienza, per chi presenta vulnerabilità specifiche l'attesa è ancora più lunga.
Quello che capiamo da questa ricerca sul campo è che, a seconda del porto in cui sbarchi, il tuo destino cambia fin da subito.
Spesso manca la mediazione linguistico culturale e tutte le procedure sono svolte troppo velocemente, più di quanto una persona appena arrivata avrebbe bisogno, soprattutto quando si tratta di minori soli. In questo caso, il rischio è che vengano adottati dei provvedimenti in grado di produrre effetti di lungo periodo di cui però le persone non sono per nulla consapevoli.
L'accoglienza
"Tutto può cambiare in positivo o in negativo a seconda di chi ti ospita e ti accompagna nel percorso verso la maggiore età. E' la "lotteria dell'accoglienza": ti può andare bene, con operatori che si occupano di te a 360 gradi, oppure ti può andare male." Nancy D'Arrigo, project manager basata a Catania.
Dagli anni '90 la strada che ha portato all'attuale sistema di accoglienza è stata costellata di tentativi, sperimentazioni e sovrapposizioni. Il sistema di accoglienza oggi è infatti il risultato di norme e disposizioni stratificate nel tempo.
In sostanza, attualmente l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati viene garantita attraverso Centri FAMI - Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (i cui progetti hanno avuto comunque termine il 31/12/2022, mentre siamo in attesa della graduatoria relativa al finanziamento di 1.000 posti attivati con un nuovo bando), Centri di Accoglienza Straordinaria prefettizia, Centri di Accoglienza Straordinaria comunali, centri della rete SAI, case famiglia.
I dati del Ministero dell'Interno riguardanti la prima accoglienza rilevano solo 519 posti nei centri CAS per minori al 31 dicembre 2021, la quasi totalità dei quali collocati in Sicilia e Calabria, mentre le strutture di seconda accoglienza (574, con 4.599 posti al 31 dicembre 2021) sono distribuite in modo più uniforme sul territorio nazionale.
Numero centri CAS per Provincia - Aggiornamento al 31 dicembre 2021
Fonte: Elaborazione Save the Children su dati centriditalia.it, elaborati su dati Ministero dell’Interno
Posti nei centri CAS per Provincia - Aggiornamento al 31 dicembre 2021
Fonte: Elaborazione Save the Children su dati centriditalia.it, elaborati su dati Ministero dell’Interno
Numero strutture SAI per Provincia - Aggiornamento al 31 dicembre 2021
Fonte: Elaborazione Save the Children su dati centriditalia.it, elaborati su dati Ministero dell’Interno
Numero strutture SAI per Provincia- Aggiornamento al 31 dicembre 2021
Fonte: Elaborazione Save the Children su dati centriditalia.it, elaborati su dati Ministero dell’Interno
C'è poi il tema dei tutori volontari, la cui assegnazione può richiedere fino a 3 mesi e spesso, a quel punto, i minori sono scappati o si sono trasferiti altrove. Quello dei tutori volontari, 3.457 quelli iscritti negli elenchi nel 2021 , è un tema sul quale Save the Children si è impegnata sin dal 2017, quando ha avviato degli interventi a supporto della figura del tutore volontario, la promozione e sensibilizzazione su questo incarico, lo sviluppo di un Toolkit per aiutare i tutori nominati nel loro incarico e la messa a disposizione di un helpdesk telefonico per garantire loro assistenza e orientamento, nonché mediazione linguistico-culturale ai minori loro affidati (800 14 10 16).
"Cerchiamo un posto dove continuare a studiare e poi lavorare"
C'è chi, al compimento dei 18 anni, riesce a ottenere il prosieguo amministrativo - uno strumento utilizzato per garantire la conclusione di un percorso virtuoso di inserimento sociale che consente, dopo una decisione del Tribunale per i minorenni competente per il territorio, di prorogare l'affidamento ai servizi sociali fino al compimento dei 21 anni - o chi riesce ad uscire dall'accoglienza con un contratto di lavoro, ottenendo la conversione del permesso di soggiorno per minore età in permesso di soggiorno per motivi di studio o di lavoro. Ma si tratta di un'esigua minoranza (sono 1.894 i pareri emessi nel 2022).
La fuga
Il sistema di accoglienza sfortunatamente non riesce a trattenere e accompagnare tutti i minori che arrivano nel nostro Paese, sono 7.526 quelli che lo hanno abbandonato nel 2022, di questi 6.500 avevano fatto ingresso nel nostro Paese nello stesso anno.
Si tratta di allontanamenti volontari o "forzati" perché per molti di questi ragazzi e di queste ragazze il progetto migratorio ha un mandato familiare molto forte, da rispettare ad ogni costo, o perché lo è, soprattutto per le ragazze vittime di tratta, la minaccia dei trafficanti che si rivalgono sulle famiglie di origine.
Per tutti loro l'Europa significa più possibilità di una vita libera dalla paura di guerre, violenze, povertà estrema.
L'allontanamento volontario riguarda soprattutto i ragazzi (uno su quattro, il 26,4%) e meno le ragazze (una su venti, 5%). Si tratta soprattutto di ragazzi che hanno più di 16 anni (il 26,3%), collocati in centri di accoglienza che si trovano nel Mezzogiorno (35%) e in comuni di medie dimensioni (43,2%), (Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Rapporto di Approfondimento Semestrale, 31 dicembre 2022, I Minori Stranieri Non Accompagnati (MSNA) in Italia).
"La fuga può capitare, ma è importante spezzare la catena fin dove è possibile, in particolare per le ragazze." Giovanni Fortugno, fondatore e coordinatore della Struttura Casa Annunziata della Comunità Papa Giovanni XXIII.
I minori che ogni anno si allontanano dall'accoglienza sono invisibili, però, solo agli occhi di chi non sa o non vuole vedere. Sono ragazze o ragazzi nascosti in piena vista, perché non sono inseriti negli ingranaggi della quotidianità, perché si muovono con velocità diverse e sono di passaggio verso un altrove che a volte loro stessi ancora ignorano. Viaggiano con treni, pullman o con qualche passeur che li aspetta in un punto concordato.
Io e mio fratello abbiamo sopportato tutto per raggiungere il nostro scopo, dalle botte alle umiliazioni. Il tragitto era veramente duro. Qui ci sono delle possibilità, anzi ce ne sono tante. A noi non ne sono state date, noi non siamo cresciuti su fondamenta solide. Sin dal 2015 pensavamo di partire per la Germania. Questo è il nostro principale scopo: riunirci e vivere insieme, perseguire i nostri sogni. Cioè tornare ad essere una famiglia come prima.
Conclusioni e Raccomandazioni
La gestione dei flussi migratori, senza alcuna programmazione rispetto a numeri che pur nelle loro oscillazioni non rappresentano un'emergenza, è improntata al carattere dell'emergenza, con il risultato che per i minorenni in arrivo nel nostro Paese l'accoglienza rimane una lotteria; una lotteria che determina il futuro di adolescenti che sono costretti a cavarsela da soli troppo presto.
Attendere diversi mesi per poter accedere al circuito scolastico, per poter parlare con un tutore dedicato, per poter ottenere i documenti necessari anche per iniziare un percorso di inserimento lavorativo, per poter rivedere parenti ed amici una volta concluse le procedure richieste, spesso per un adolescente è insostenibile. Questi sono alcuni dei motivi che spingono parte dei minori ad allontanarsi arbitrariamente dalle strutture di prima accoglienza per raggiungere altre città o altri Paesi, condannandoli a rimanere Nascosti in Piena Vista.
E' quindi necessario adottare una serie di misure che consentano di migliorare il sistema di accoglienza a seguito di politiche di accesso legate al territorio, così da ridurre il rischio di tratta degli esseri umani e favorire una migrazione sicura e regolare. E' necessario garantire la trasparenza dei dati relativi agli arrivi e all'accoglienza dei minorenni in arrivo, accompagnati o meno. Poi il sistema di accoglienza dovrebbe prevedere l'attivazione di un centro governativo di prima accoglienza in ogni regione, con la copertura di almeno 2mila posti e linee guida nazionali per la gestione, un coordinamento territoriale dei centri governativi con Questure, Tribunali per i Minorenni e ASL per rendere spedite le procedure di identificazione e l'eventuale avvio di ricongiungimenti familiari in collaborazione con l'Unità Dublino; l'attivazione di almeno ulteriori 10mila posti in seconda accoglienza nel SAI e meccanismi di "preparedness" per flussi più importanti di minori non accompagnati. Bisognerebbe infine sostenere l'affido familiare dei minori stranieri non accompagnati.
"Per chi arriva a Roccella, toccare terra, essere in Italia, non è la speranza di un futuro migliore, ma la certezza di essere salvi rispetto alla concreta possibilità di morire. Le donne e gli uomini che arrivano qui sfuggono dalla morte, le ragazze e i ragazzi che vogliono crescere in Italia sono anche una grande opportunità per il nostro Paese, affetto da una denatalità che porta ad un velocissimo invecchiamento della popolazione." Vittorio Zito, sindaco di Roccella Ionica.