Consorzio Agrario Provinciale
Un contributo alla crescita agricola del ravennate
Le origini
Atto costitutivo del Consorzio Agrario Provinciale di Ravenna (1899)
Negli ultimi anni del secolosi costituisce a Ravenna il Consorzio Agrario Cooperativo, per rispondere alle attese del radicale rinnovamento del settore agricolo italiano, innescato dalla nuova fase di meccanizzazione e delle rinnovate tecniche di coltivazione dei campi.
Il 24 giugno 1899 personalità influenti nel panorama cittadino, che erano inoltre affittuari capitalisti e proprietari fondiari imprenditori, tra cui: il conte Pasolino Pasolini e il conte Carlo Rasponi, Pio e Terzo Stanghellini, Romolo Conti (inge- gnere capo del Comune, tra i massimi responsabili dell’opera di bonifica nel ravennate), Claudio Rasi, Giuseppe Errani, Ferdinando e Giuseppe Mansuelli, Giuseppe Franchi, Napoleone Valentini, Antonio Babini, Giovanni Bartoletti, Giuseppe Bruni, Goffredo Corelli e Antonio Ghinassi, si riuniscono nei locali del Comizio agrario cittadino (che aveva sede in via Dante Alighieri), per dar vita a questa nuova società cooperativa, il cui scopo, esplicitato nell’atto costitutivo, è l'acquisto e la vendita per conto dei consorziati di materie utili all'agricoltura.

Il Consorzio Agrario Cooperativo in collaborazione con la Cassa di Risparmio di Ravenna rappresenta un autentico motore d’innovazione economica del territorio e nel 1904 ha già assunto il ruolo di principale soggetto nel commercio di concimi chimici della provincia.
Nel frattempo cresce la tensione sociale nelle campagne ravennati a causa delle rivolte dei braccianti agrari. Giulio Rivalta, presidente del Consorzio in quel periodo, scrive nella relazione di chiusura dell’esercizio nel 1910:
«L’anno 1910, come ognuno sa, è stato un anno anormale. La lotta agraria che in forma selvaggia si è scatenata sulla nostra regione ha reso perplessi i nostri agricoltori, i quali hanno limitato l’uso delle materie prime occorrenti alla loro industria al puro indispensabile [...]. Anche quest’anno non avremo purtroppo la pace nelle nostre campagne, ma noi faremo opera di prudente raccoglimento per fronteggiare tutte le eventualità, nella speranza che il buon senso finirà per prevalere in mezzo alle nostre popolazioni.»
Baravelli A. Il Consorzio Agrario di Ravenna dalla fondazione alla seconda guerra mondiale in "La spiga e il bastimento", Baravelli A. (a cura di), Spot - CCStudio, Ravenna, 2004.
Tra le due Guerre
La crisi diventa ancora più forte negli anni della Prima Guerra Mondiale con una progressiva e inevitabile diminuzione delle attività. Ma già nel primo dopoguerra si avvertono i segnali di una risalita.
La grande crisi del 1929 coinvolge i Consorzi in quanto creditori degli agricoltori e indebolisce la possibilità di resistenza dei singoli consorzi, favorendone il definitivo controllo da parte del regime. Il Consorzio Agrario di Ravenna sopravvive grazie al sostegno di alcuni imprenditori agrari, al licenziamento di alcuni dipendenti, alla riduzione del capitale sociale e alla fusione con altri Consorzi agrari.
Con l’inizio della guerra, il Consorzio Agrario Provinciale è commissariato. Il porto di Ravenna diventa obiettivo delle incursioni aeree alleate e ogni attività commerciale è significativamente compromessa.
La collaborazione fra organismi cooperativi di origine padronale e di natura bracciantile è l'argine per la sparizione del lavoro agrario nella città di Ravenna e favorisce la transizione più dolce dall’agricoltura ad altre attività e verso un forte sviluppo della meccanizzazione.
Fondo Cimatti - Istituzione Biblioteca Classense
Il Consorzio Agrario, tramite un’opera di assistenza e di promozione della meccanizzazione, diviene il punto di riferimento per la piccola e media proprietà locale che adegua i tradizionali metodi di lavorazione della terra alle novità imposte dall’industrializzazione.
La struttura
La struttura definitiva del Consorzio Agrario si compone di un fabbricato a sei piani, sui 25 metri di altezza, con il lato più largo, una ventina di metri, in fronte al Candiano, con sei colonnati in rilievo, e due basse appendici laterali, segue, un capannone posteriore lungo un centinaio di metri la cui struttura con tre capriate, la centrale più elevata, simile al magazzino SIR costola del consorzio agrario. Più staccato un altro contenitore per lo stoccaggio, alto quanto il primo, e diversi altri capannoni.
Fondo Trapani - Istituzione Biblioteca Classense
La crisi
Negli anni '70 la crisi petrolifera si abbatte violentemente anche sul settore agricolo, dando avvio a un lungo periodo di difficoltà. Il tracollo della Federconsorzi ha inizio sul finire degli anni '80 a causa dell’indebitamento di circa 500 miliardi presso le banche. Le cause si ricercano nel rapporto esistente tra la Federazione e singoli consorzi agrari che prevedeva la dilazione dei crediti a questi ultimi, concessi per le operazioni di finanziamento commerciale.
L'abbandono e la nuova sede
Negli anni '80, con l’avvento del nuovo porto, tutti gli edifici industriali della darsena vennero via via abbandonati, parte delle strutture smantellate, come dodici silos che lo fiancheggiavano. Ad oggi si presentano in uno stato di degrado in attesa di una nuova vita.
Il Consorzio Agrario oggi
Ma il Consorzio ha continuato la sua attività. Il 29 Novembre del 2006 ha inaugurata la sua nuova sede a Cotignola. Con l'obiettivo di portare avanti e contribuire al miglioramento e all'evoluzione della produzione agricola del territorio.
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