Voci dalla laguna: esplorazione dei valori socio-culturali

Il progetto WaterLANDS mira a esplorare e valutare le relazioni della comunità locale e degli stakeholders con la laguna di Venezia.

Nell’ambito del  progetto europeo WaterLANDS  - il cui obiettivo è di ripristinare e proteggere le zone umide in Europa valorizzandone l'importanza per le strategie di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici - WahV sta coinvolgendo tutti i soggetti del contesto lagunare per attuare il processo di ripristino ecologico anche in collaborazione con la comunità locale.

Le attività di coinvolgimento mirano a identificare le questioni urgenti per la collettività, raccogliere le conoscenze locali più rilevanti e autorevoli e proporre soluzioni su misura insieme ai soggetti più o meno influenti, ma anche più o meno condizionati dai risultati ottenuti.

Il progetto ambisce a comprendere la pluralità del rapporto delle persone con le risorse della laguna. Capire il significato di queste relazioni permette di incentivare a nuove azioni nel futuro - individuali o collettive -, fondamentali per il processo decisionale in campo ambientale.

Come si possono rendere più visibili i valori socio-culturali legati alla laguna per favorire traiettorie future sostenibili?

Per rispondere a questa domanda, WahV sta studiando come gli stakeholders e attori della comunità assegnano il valore alla laguna e alle sue risorse naturali in base ai luoghi, che descrivono e rappresentano ciò che le persone fanno e sentono realmente.

Importante è anche riconoscere la dimensione temporale: come i processi di valutazione cambiano nel tempo. WahV crede infatti che la valutazione sia un processo dinamico, non statico: il nostro rapporto con la laguna cambia costantemente nel tempo.

Per esplorare i valori socio-culturali si è svolto il 16 giugno 2023 un esercizio di mappatura partecipata e collettiva. La mappa racchiude tre momenti di interazione con la laguna su cui riflettere le proprie esperienze individuali in maniera collettiva:

  1. la memoria del passato (BLU)
  2. la rielaborazione nel presente - con un’esperienza positiva (passione ROSA) e negativa (tensione ROSSO);
  3. il ripristino del valore per il futuro (GIALLO)

Le tre aree tematiche oltre ad una dimensione temporale mirano a creare una progressione sistemica: il passaggio da una dimensione in cui domina il sé (e la biografia, passato) ad una dimensione del noi (presente) per approdare ad una dimensione di un noi più olistico e collettivo (futuro).

La localizzazione delle esperienze raccolte non vuole essere precisa e spesso le riflessioni racchiuse nelle parole chiave concernono tutta la laguna e/o i suoi utenti e utilizzatori.

pesca di vongole col deo

Perdersi

Voga di sera

Inconsapevolezza

Nuovo mondo

Ricerca

Famiglia

Uscire di casa

Nostalgia

Comunità

Origine

Soldi spesi male

Colpa nostra

Muro di gomma

Valli da pesca

WaterLANDS

Educare

Conoscere il territorio

Nuove comunità

Particolari

Tuffo arancio

Origine del fango

Protezione e recupero

Mamma (isola)

Controllo

Formazione

Rinnovazione

Degrado ambientale

Abitare

(Mancanza di) educazione

Obblighi per tutti

Rispetto

Più incentivi, meno burocrazia

Equilibrio

Impegno

Protezione

Natura

Respiro

Maturità

Stile di vita

Esotico

Rispetto

Armonia

Arroganza

Staticità

Superficialità

Abuso

Immobilismo

Opportunità

Resipienza

Comunità

Ispirazione

Chiave

Narrazione

Volontà

Informazione e gestione

Qualità

Studenti

Rigenerazione

Riflessione

Consapevolezza e impegno

Sacca Sessola

Serenità

Esplorazione

Vivibile

Gita in famiglia

(Primo) bagno

Atmosfera

Acqua ferruginosa

Vita lenta

Scoperta

Nebbia

Naturalità

Respiro

Impegno

Fortuna/Lavoro

Distruzione e pericolo

Turismo

Moto ondoso

Stravolgimento (no compensazioni)

Amministrazione

Forza

Consapevolezza ed educazione

Conservazione

Lavoro

Comunità

Insieme

Pianificazione

Massa critica

pesca di vongole col deo

“Sono le capelonghe. nella spiaggetta delle Giare, quando ero piccolo, si vedono proprio andando con la bassa marea: si camminava e si vedevano due occhietti e sotto col deo si pesca. Cape londe, che ora ce ne sono poche, solo in alcuni posti e bisogna saperli” Partecipante

Perdersi

“io sono cresciuto qua quindi il mio ricordo più forte di quegli anni è di essermi perso, proprio perso, con mio padre, in mezzo alle barene. perché i segnali lì sono il palo, la carega... appena sono arrivato a Venezia 25 anni fa, nel giro di un anno e mezzo avevo la barca perché comunque avevo realizzato che era cosa essenziale per vivere. Infatti non sapevo nulla di questa zona qua, che ho iniziato a scoprire dopo anche se mi perderei ancora probabilmente.” Partecipante

Voga di sera

“...è stato quel momento, il mio compleanno, non lo festeggiavo mai, ma mi era venuto in mente di chiedere a 5 amici di andare a vogare in laguna e bere una birretta. Abbiamo vogato, siamo stati benissimo, anni in cui quella zona era fruibile in modo semplice, non serviva sapere.. i miei amici non sapevano neanche vogare ma li ho messi lì in mezzo.. ci siamo legati ad un palo e abbiamo aperto queste famose birrette. I ringraziamenti che mi sono arrivati tutti gli anni dopo, dicendo "è stato il compleanno più bello" anche se è stata una cosa semplicissima... solo perchè hanno visto, erano tutte persone di Mestre, la laguna che non avevano mai frequentato.” Partecipante

Inconsapevolezza

“Proprio lì, 30 anni fa, avevo appena conosciuto chi poi sarebbe diventato mio marito, e abbiamo fatto sport d'acqua. non sapevo niente di quando fosse fragile la laguna e ora non lo rifarei più. Però è stato proprio bello. Ero inconsapevole, ma secondo me, questa esperienza ha contribuito al mio forte legame con la laguna.” Partecipante

Nuovo mondo

“Il mio primo monitoraggio che ho seguito quando sono arrivata al lavoro, allora ho avuto la possibilità di vedere [la laguna]. da Fondamenta Nove mi sono imbarcata, e siamo andati verso il Canale di San Felice, e lì mi si è aperto un mondo nuovo: ho visto la città che si allontanava, poi ho visto questo orizzonte che si appiattiva. Ho avuto l'impressione di un deserto d'acqua.

proprio un nuovo mondo, il primo ricordo.” Partecipante

Ricerca

“Valle Averto, l'ho vista nascere - siamo andati lì e abbiamo conosciuto il conte Ancillotto e poi abbiamo detto "Se facessimo un Oasi?". è stato l'82 la prima visita, però siamo riusciti a fare il primo accordo- era un affitto- nel ‘83. Adesso faccio la mia attività in Oasi, di ricerca e monitoraggi.” Partecipante

Famiglia

“Qui dietro Mazzorbo abbiamo un pezzo di terreno in cui abbiamo cresciuto i nostri figli nel fango, in cui vivo il mio presente.” Partecipante

Uscire di casa

“Io abito all'Arsenale, e per le ragioni ovvie con i figli, bisogna portarli fuori. in questo canale che si affaccia su Burano ci sono delle barene bellissime, per me ormeggiare lì è un posto bello e tranquillo.” Partecipante

Nostalgia

“Il mio posto presente è sempre lo stesso del passato - di cui però ho nostalgia perché che lo frequento molto poco. C'erano legami forti con i miei nonni che ora non ci sono più. Quindi tendo a non andare più in quei luoghi, di cui però ora scopro grazie a voi, provo una forte nostalgia: la laguna di Lio piccolo.” Partecipante

Comunità

“La comunità giudecchina è una rete di persone che si sostiene, come ciò che che stiamo cercando di creare per Poveglia, cioè un luogo che smetta di essere fuori dall'immaginario delle persone e che invece rientri nella loro vita. Così in questi luoghi si ricostruisce la comunità. Qualcosa che si è perso a Venezia del vivere nello stesso luogo ad altre persone e chiedersi insieme ad altre persone come si vuole vivere quel luogo. Questo invece sembra funzionare, troviamo l'isola più pulita ora rispetto ad un tempo e forse perché ora le persone che ci vanno la sentono più loro rispetto a 10 anni fa.” Partecipante

Origine

“Ho fatto una gita con la mia famiglia, mio padre è appassionato di storia e mi pare che le origini stesse di Venezia siano lì, quindi mi sembra un luogo da cui partire e magari mettere nuove radici.” Partecipante

Soldi spesi male

“Per le zone che hanno gestito in laguna sud con le opere di compensazione del MOSE hanno speso una cifra come 4-5 milioni per fare un'area di fitodepurazione - su un posto ridicolo. Sono soldi spesi male. Oggi la fitodepurazione non c'è, hanno fatto bei casoni che però affittano e non affittano, sul pezzo di laguna in provincia di Padova, tipo la zona di casone Millecampi -vecchio casone di una valle enorme - una delle poche valli aperte alle maree. Sono stati spesi soldi dalla comunità europea male.” Partecipante

Colpa nostra

“Il mio luogo di presente negativo è legato alla mia idea negativa del futuro della laguna: tutti ne parlano, tutti hanno interessi e poi, finito il proprio interesse e la propria idea, tutto viene lasciato lì e non c'è nessun allineamento. Questo disinteresse generale lascia spazio a chi ha altri interessi sulla laguna. Negativo come Venezia in termini di governance. Però è troppo facile [accusare gli altri] quando comunque la colpa è anche nostra, del nostro disinteresse.” Partecipante

Muro di gomma

“Nonostante l'esperienza massiva di Poveglia con risultati incredibili, quello che abbiamo avuto davanti è stato un muro di gomma. Secondo me le istituzioni sono un po' sorde, anche degli input che vengono dalla cittadinanza nonostante questi siano importanti dal punto di vista numerico.”

Valli da pesca

“Fare crowdfunding e investire. Interagire con gli interessi economici, visto che se non fai parte della comunità economica non fai niente. Bisogna comprare, rilevare società che si operano. Acquistare valli da pesca e fare delle attività anche con persone con disabilità. La realtà storica della pesca potrebbe auto-sostenersi con la vendita del pesce. Abbiamo analizzato il vomito dei cormorani, quando dicevano che mangiavamo tutte le orate e branzini. Il 50% era pesce piatto e passarin, quindi sicuramente non perdono l'80% del pesce a causa dei cormorani…” Partecipante

WaterLANDS

“Penso che in altri paesi le persone sono più pragmatiche, hanno senso della responsabilità. In laguna di progetti di tutela ce ne sono tantissimi, soldi per salvare la laguna ne sono arrivati tantissimi, ma questa è [comunque] la situazione. Vuol dire che o noi spendiamo male i soldi per la laguna, oppure abbiamo poca responsabilità, o ancora spendiamo i soldi senza pensare alla res publica. Allora dico che il progetto WaterLANDS sono contento che non sia fatto da italiani, perché infatti ha un'altra mentalità.” Partecipante

Educare

“Spero di fare qualcosa di utile, visto che mi occupo di insegnare qualcosa in un dipartimento diverso. Cerco di trasmettere alcuni valori che magari non sono nelle corde di altri colleghi.” Partecipante

Conoscere il territorio

“Lo metto in mezzo alla laguna, per comprenderla tutta. Portarla ai più, divulgare, far conoscere.” Partecipante

Nuove comunità

“Mi pare ce ne sia una nuova alle vignole che sta nascendo come esperienza - può portare qualcosa di nuovo.” Partecipante

Particolari

“I dettagli sono assolutamente fondamentali, in laguna tutto sembra monotono e piatto e invece va analizzata nei dettagli, nei Particolari. Mia mamma è arrivata da Lussino come profuga istriana e con la sua famiglia sono finiti nelle case dei profughi a Campalto. Per lei, passare dal mare dell'arcipelago del Quarnaro di Lussino alla laguna è stato un trauma che mi hanno sempre raccontato perchè non andavano al mare perchè non riuscivano a superare L'impatto di passare da un paesaggio di rocce del istmo istriano, a quello della laguna.” Partecipante

Tuffo arancio

“Io sono nata a Pellestrina, ho sempre avuto in cucina la laguna e in bagno il mare quindi diciamo sottosera l'arancione del tramonto in laguna l'ho sempre portato ovunque. Ma il primo ricordo, avrò avuto 5-6 anni, lì in laguna dove avevamo il vivaio c'era un casone e si andava la domenica a far festa e per imparare a nuotare, mio padre mi ha preso e mi ha buttato [in acqua]. Dove l'acqua era decente, si toccava, e quando sono venuta su mi ricordo che c'era del fango sotto mettendo i piedi, il sale che avevo in bocca e questo arancione pazzesco del sottosera. Il mio primo incontro/scontro.” Partecipante

Origine del fango

“Mi ricordo che mio padre, io avrò avuto 4-5 anni, aveva affittato una mascareta e poi si andava distante vogando, non è come adesso che se non hai il 40 [cavalli] modificato non ti muovi dalla riva, mi ricordo che mi aveva portato da “busi da Gò” - che non è un posto ma una tecnica di pesca per cui immergervi il braccio per prendere i Gò [nei buchi]. Dovevi mettere il braccio nel fango completamente, e per un bambino non sai cosa trovi… però dopo che ho preso confidenza, tutti i buchi erano miei! però questo ti dà la sensazione della tua origine, già la materia fangosa, in qualche modo, ti mette subito in interconnessione con il resto dell'ambiente. Per un veneziano capisci la tua origine, da dove vieni, di cosa sei fatto, sei fatto di questa laguna, non c'è niente da fare.” Partecipante

Protezione e recupero

“Non ho ricordi legati alla famiglia, certamente quando sono arrivato non mi aspettavo di trovarmi in un contesto del genere perchè avevo a casa la classica foto in piazza san marco 12:49 con la famiglia e quindi, ho pensato "mah, mi mandano a Venezia"... poi però, tutto il resto, uno legge da lontano "la laguna di Venezia" e invece è stato poi una scoperta, una meraviglia. I primi sopralluoghi, le prime cose di lavoro e vieni introdotto in un ambiente che non ti aspettavi.” Partecipante

Mamma (isola)

“Io per esempio vado via tutte le notti, porto via con me mio papà, mio papà ha 80 anni, ha sempre fatto questo lavoro e viene solo ed esclusivamente perchè non vuole morire a casa. Lo siedo sopra la prua, prende un po' d'aria, se le guardie venatorie mi fermano mi fanno la multa e mi sequestrano la barca. Perchè mio papà non è imbarcato nella mia barca e la stessa cosa se dovessi portare mio figlio per imparargli il mestiere, perché comunque dovrei imbarcarlo nella barca che sto usando, perchè è a uso commerciale. Parliamo di una barca di 6 metri, con 15 cavalli. Quindi il problema è molto più ampio del problema della cittadinanza, i problemi sono molti e siamo qui anche per capire cosa si può fare.” Partecipante

Controllo

“Tutte le barche che vengono dalla conca di Portegrandi - di là [dal fiume] arrivano migliaia di barche e vengono giù da un ghebo - perché di fatto è un ghebo - e vengono giù imbarcazioni di 20 metri. Se tu devi passare, contromano, ti devi fermare. Secondo me quelle imbarcazioni non dovrebbero entrare in laguna e questa è una cosa vergognosa, perché automaticamente si va ad incrementare tutto quello che è disagio degli abitanti delle isole, senza dimenticare che quella strada che percorrono la stanno pian piano distruggendo, perchè non c'è alcun tipo di protezione, non c'è nulla a proteggere le barene e non c'è alcun tipo di controllo.” Partecipante

Formazione

“Un luogo preciso non c'è, le tensioni negli ultimi anni le elimino per sopravvivenza perchè lavorando anche con valutazioni impatto ambientale eccetera se ne vedono di tutti i colori. la cosa che sicuramente mi fa un po' incavolare, è una sorta di mancanza di attenzione verso questi ambienti particolari della laguna, non c'è una grandissima attenzione o almeno c'è poca informazione. Eppure con la Società Veneziana di Scienze Naturali abbiamo pubblicato per 50 anni - quest'anno esce il 50esimo volume della rivista - quindi la cosa che mi da fastidio in generale nell'ambiente veneziano è che [ci sono] tantissime associazioni, tantissimi interessi, ma si continua secondo me a non fare abbastanza informazione e formazione su quello che sono veramente gli habitat e le particolarità della laguna di Venezia.” Partecipante

Rinnovazione

“Ci sono imprese che stanno aspettando di investire nell’innovazione: investono sulle foreste e qua invece abbiamo un territorio che dovrebbe essere concesso, invece c'è una burocrazia pazzesca…dall'altra parte abbiamo degli strumenti obsoleti, per esempio, quello che io vorrei fare è una barca elettrica, il pontone con PV da mettere al posto del vivaio, per me e per tutti quelli che utilizzano quello spazio di laguna. Sono cose che ormai esistono, e vanno sperimentate... e ovvio che non ci sono i soldi ma la tensione è di poter provare, in modo di aprire una strada.” Partecipante

Degrado ambientale

“E’ un po' difficile perchè io penso che devo ancora imparare molto.. è un sistema molto grande e ovviamente non ho abitato qui per molto tempo ma penso che, considerando il mio lavoro, [il tema del] degrado ambientale è importante, soprattutto quello in laguna centrale.” Partecipante

Abitare

“C'è questo problema della residenzialità - da poco sto seguendo un tavolo di lavoro proprio su questo tema, per cercare di dare, non dico delle risposte, ma di fare delle proposte per aiutare questa città a superare questa problematica. E veramente mi arrabbio una volta al giorno perchè i dati sul utilizzo turistico, piuttosto che i dati sullo spopolamento di alcune zone della città, sullo spopolamento delle isole, - che poi se spopoli un'isola come Burano poi non lo ripopoli più, e spopolato vuol dire che l'abbiamo persa e diventa una macchia di mille colori in mezzo alla laguna senza nessun abitante dentro - quindi questi dati ogni volta che li leggo mi fanno male perchè vedi la tua città, appunto le tue origini, che pian piano si sgretolano, lasciando buchi che probabilmente non saremo più in grado - se non facciamo presto - a riempire. A me fa arrabbiare…” Partecipante

(Mancanza di) educazione

“La mancanza di educazione da parte di tutti, sia di chi vive, di chi visita, chi è di passaggio e di chi ci lavora. relativamente a quello che si diceva prima del moto ondoso, hai una mancanza di educazione, quindi di attenzione, da parte del diportista perchè in genere non conosce. Noi abbiamo studiato il fenomeno sotto diversi punti di vista.. l'assalto alla laguna avviene in determinate giornate specifiche dell'arco estivo, i sabati e le domeniche si concentrano, ed è come la tangenziale intasata di Roma e di Milano che si concentrano con migliaia di barche. questo è l'assalto dell'esterno che spesso attraversano i canali lagunari soltanto per andare in mare, ma questo attraversamento è molto pesante. Ed è una mancanza di educazione inconsapevole a volte.” Partecipante

Obblighi per tutti

“Parliamo di 50 anni che sono in barca, quindi ne capisco di navigazione. Mio figlio ha appena fatto 16 anni, siccome ha una barca da diporto ha una barca con 40-60, non c'è obbligo di patente. ma lì ci vuole l'obbligo, ma non solo per loro, per tutti! questo è un sistema per sensibilizzare il diportista che viene anche da Portegrandi che non ci capisce niente…Ma perchè io che sono nato qua, devo avere tutti i requisiti, io con 15 cavalli [necessito] di patente, loro con 60 cavalli no, solo perchè la targa è da diporto ? Ci vuole l'obbligo, dei controlli, la patente, delle leggi che tra l'altro ci sarebbero [già] - ma che vengano applicate. Questa è la mia aspirazione più grande, perchè come vi spiegavo mio figlio non diventerà pescatore e io sarò l'ultimo della mia "specie" e però auspico un futuro migliore per le isole, che anche se non ci saranno più pescatori, almeno le isole tornino a vivere più decentemente” Partecipante

Rispetto

“Qui ci vuole una grandissima forma di rispetto in generale per la laguna sotto tutti i punti di vista. E questo si acquisisce facendo continuazione formazione ed educazione. Sembra magari una cosa scolastica, magari il programma di educazione civica - che è l'ultima materia e si dice "tanto prendo 6 lo stesso" - e invece bisogna proprio perderci molto più tempo e insegnare alle persone proprio dal punto di vista ecosistemico cosa succede, cos'è la laguna. Se non ci sarà questo rispetto, non ci sarà un gran futuro per la laguna. Io la vedo così, ovviamente la conservazione è fondamentale di questi ambienti, che hanno una grandissima capacità di ripresa - che è anche l'obiettivo di WaterLANDS - però ci vuole una coscienza molto grande.” Partecipante

Più incentivi, meno burocrazia

“Pensando di tutti quelli che conosco che fanno cozze, i figli non fanno e non faranno cozze. Pensavo ci fosse la necessità di formare, fare dei tirocini formativi legati alla pesca... e quest'estate un ragazzo di Pellestrina ci ha chiesto di fare un tirocinio formativo in barca... solo che non ha le carte in regole per salire, e ci vogliono 3 mesi, e poi inizia la scuola. Quindi non potrà mai più venire, e non farà mai più un'esperienza così... e quindi mi dispiace, perchè vedo che invece queste occasioni dovrebbero essere favorite, rispettando le regole, velocizzando i tempi burocratici. Vai in certi uffici e vedi ancora le carte che devono essere [smaltite].. ho rispetto per questo lavoro, lo capisco però diventa un grande ostacolo.” Partecipante

Equilibrio

“Penso che il sogno sia una laguna sostenibile, con un equilibrio di servizi ecosistemici, turismo, controllo di erosione ma anche altri servizi.” Partecipante

Impegno

“Secondo me bisogna essere un po' realisti: secondo me non recupereremo mai più quella laguna che avevamo 50-60-100 anni fa, o almeno sarà molto molto difficile. Bisognerà costruire una laguna insieme, nuova, con caratteristiche nuove, perchè già con il MOSE non è più la stessa laguna, è una laguna diversa. Bisogna cercare di costruire una laguna che stia in equilibrio con la città che però abbia delle caratteristiche che permetta alla città di sopravvivere e viceversa. però quello che io vedo è il disimpegno di molti cittadini.. è vero che c'è una miriade di associazioni che lavorano sui temi, ma se non cambiano i veneziani non cambia questa città. Un progetto come WaterLANDS che arriva non da una realtà completamente veneziana, deve inserirsi all'interno di un progetto dei veneziani per riuscire a cambiare la città perchè altrimenti non ci riuscirà mai - perchè non cambi la mentalità di chi dovrebbe beneficiare di questo progetto.” Partecipante

Protezione

“Come la vedo io tra 20 anni… sicuramente l'innovazione ci potrà portare ad usare mezzi che non inquinano o molto meno, in particolar modo in laguna di venezia si può inserire - già lo abbiamo fatto in passato - una serie di norme che possano portare ad usare mezzi che non inquinano: mezzi privati, pubblici, vaporetti: chi vuole entrare, deve usare mezzi e motori che non inquinano. Questo può essere legato, da qui a 20 anni, all'individuazione di qualche area protetta - abbiamo Oasi valle averto, Ca' Roman, L'Oasi San Nicolò al Lido - ma in laguna aperta non abbiamo aree protette. Si potrebbe quindi, da una parte, integrare dispositivi informativi, innovativi di protezione dell'ambiente - [per] la navigazione per esempio - e parallelamente istituire qualche area protetta all'interno della laguna.” Partecipante

Natura

“Alla fine è bello girare il centro storico di venezia, che è eccezionale. ma alla fine quando vuoi evitare di schivare i turisti, vai in laguna.” Partecipante

Respiro

“...conosco di più la città di terra, cioè la città di pietra. Posso dire che i luoghi che mi hanno colpito di più sono stati sicuramente le Fondamenta delle Zattere, che è il mio luogo del cuore. Per rimettermi in pace io venivo qui a passeggiare, forse perché comunque da isolana è il luogo diciamo che mi dà più respiro, più spazio rispetto alle piccole calli [della città].Qui riesco a rimettermi un po 'in pace.” Partecipante 

Maturità

“Il mio primo giorno di lavoro è stato lì e quindi sono arrivato diciamo ragazzetto rispetto ad adesso. E quindi ho visto in questi anni la città per certi aspetti cambiare, ma probabilmente sono cambiato di più io, mi sono adattato a quelle che sono state le dinamiche, poi di fatto della mia vita.” Partecipante

Stile di vita

“Prima di arrivare in Italia abitavo in India, è un mondo veramente pazzesco, è diverso, quindi mi ricordo benissimo la prima settimana che sono arrivato a Cavallino, sono entrato in campeggio, cominciato a lavorare, ho preso la bicicletta e mi son perso, sono arrivato il Lio Piccolo, mi ricordo veramente come ieri perché ho pensato subito “qua ho trovato proprio un paradiso” perché dopo anni di India piena di rumore, ho trovato un posto dove tutti gli elementi che che ritengo importanti nella mia vita ci sono messe insieme.” Partecipante

Esotico

“La mia prima esperienza con la laguna è stata la classica gitarella in prima elementare, attesa da mesi, mesi e mesi. Finalmente si va,  abbiamo preso la barca lungo il Sile e si arriva... ecco comunque per i bambini è un'esperienza eccezionale, un paesaggio proprio esotico, questo è il mio ricordo del passato.” Partecipante

Rispetto

“La mia prima esperienza forte è stata quando finalmente abbiamo pensato che fosse un buon momento per provare un gommone rotto. Non era così. Eravamo nella zona di Chioggia ed è stata la prima volta che ho visto la laguna e mi ha trasmesso proprio una sensazione di tranquillità. Avevo proprio l'impressione che fossimo là da soli, che non ci fosse niente e che fosse anche un po 'pericoloso, e infatti siamo rimasti con il gommone che faceva acqua da tutte le parti e il motore ci ha abbandonati, mentre eravamo un bel po' fuori. E poi fortunatamente qualcuno è passato e c'ha trainato perché non avevamo neanche dei remi. E’ un posto che va rispettato, ovviamente, cioè non si può pensare di essere in un parco.” Partecipante

Armonia

“...la laguna l'ho vissuta poco, ma un paio di anni fa sono andata a Mazzorbetto, a fare un campo scout, cioè la base scout ed ero lì a cucinare, quindi ogni giorno col barchino andavo fino a Burano a prendere il pane. E’ un luogo dove devi devi imparare a convivere coi tempi della natura.” Partecipante

Arroganza

“Come riuscire a togliere l'arroganza? Questo non rendersi conto che se tu prendi un barcone, ci metti sopra 150 persone, e lo fai correre da Murano a Burano facendo onde di 2 metri, non solo questi non si godono niente, ma anche impedisci a tutti gli altri intorno di andare in barca tranquillamente, di vivere tranquillamente il loro momento, perché tu sei lì, e un momento dopo vieni capovolto. Proprio l'arroganza di dire “io”, pur di fare quello che mi pare…” Partecipante

Staticità

“Noto una forte - sono indecisa fra due parole - una è chiusura e una è staticità.  Perché c'è questo riconoscere la situazione che c'è e riconoscere tutti gli aspetti negativi che ci sono e basta, e limitarsi a riconoscerlo, e a stare fermi in questo. C'è un po’ questo gioco di lamentarmi, ma non fare nulla per cambiare.” Partecipante

Superficialità

“Forse è legato ad una crisi mondiale il fatto di non pensare a fondo, di limitarsi a fare la convenienza del momento, ma senza guardare oltre, senza pensare al futuro e a quello che avverrà per l' ambiente e le persone. Torniamo sempre alle barche che vanno veloce.” Partecipante

Abuso

“Oggi davvero vedo la città sfruttata, ma non solo dal turismo, ma anche da chi ha le piene possibilità di poter cambiare qualcosa dentro Venezia - ma poi in realtà non lo fa - perché chi ha le case, appunto, li affitta per turismo. Abbiamo una ricchezza anche in termini secondo me antropologici, della cultura del cibo che altri si sognano, e poi tu vieni qua, e in realtà cosa mangi? quando sono venuta con mia madre a mangiare per Natale dove la Porto? "Eh certo non a Venezia" [mi hanno detto] i miei colleghi veneziani.” Partecipante

Immobilismo

“Senza connotazione negativa o positiva, Venezia è una città che non cambia. Io mi ricordo qualche anno fa ho vissuto un periodo in Cina, a Shanghai, dove ogni settimana cambiava qualcosa. Poi dopo qualche mese torno a Venezia, atterro [e mi chiedo] "Com'è possibile che sono partito e Venezia non è cambiata in nulla?" quindi, in qualche modo è rassicurante, magari questo immobilismo accoglie le persone, ma anche promuovere aspetti legati all’accettazione, e pigrizia nel fare. Da quanti anni le questioni delle grandi navi, o Porto Marghera - che è così da vent'anni -  e quindi in qualche modo rendi conto che questo immobilismo porta con sé gli aspetti in qualche modo rassicuranti ma anche di pesantezza, di una tendenza generale che in qualche modo non risolve i problemi.” Partecipante

Opportunità

“L'opportunità è legata all’agricoltura, perchè è ambiente e presidio del territorio, e capacità di analisi. Diciamo che il mio lavoro è anche la mia passione.” Partecipante

Resipienza

“Vedo tanta gente che cerca, piano piano, tante associazioni, che stanno alzando la testa. Andare contro i Gran Turismo, i taxi. E’ un po’ più difficile, tutti c'hanno un cugino che guida il taxi. Insomma, le persone si stanno rendendo conto che comunque la situazione della laguna non è la stessa di prima.” Partecipante

Comunità

“Io penso sia una delle città dove c'è un fortissimo senso di appartenenza. Dove, da quel che percepisco io, tutti si conoscono, ma anche tutti hanno a cuore la città e sono disposti ad aiutarsi a vicenda.” Partecipante

Ispirazione

“Venezia la vedo un po 'senza tempo. Per cui è difficile parlare di presente senza parlare di passato, per cui io direi non so mistero oppure misticità. Per me è una fonte d'ispirazione continua, semplicemente girare per Venezia e vedere gli strati di storia e anche dentro gli edifici e scoprire le stratificazioni di diversi secoli.” Partecipante

Chiave

“Secondo me il turismo ha certamente un impatto negativo, ma credo anche che se riusciamo a cambiare le cose nel settore del turismo l'effetto sarà molto più ampio - in modo diretto o indiretto - per Venezia e il litorale. Il settore turismo ha secondo me la chiave per risolvere tanti problemi ambientali, sociali, che abbiamo adesso in questa zona. Oggi come oggi il turismo crea tanti problemi, ma penso oggi come per domani, può essere anche la chiave ai problemi.” Partecipante

Narrazione

“È una città magica che segue quasi una narrazione,  non so come spiegarlo, ma è come se per andare da una parte all'altra non ci sono strade, non c'è la strada ma è quasi un racconto, “scelgo quel racconto o quell'altro racconto?” e poi se cambio calle, prendo un'altro racconto…” Partecipante

Volontà

“La positività che vedo anche nel lavoro che faccio e che al di là di tutto il contesto, tutte le possibilità, c'è la volontà di ripristinare, di fare meglio. Poi probabilmente qualcosa manca e questo è un altro discorso. Però la volontà, la volontà c'è.” Partecipante

Informazione e gestione

“L'aeroporto di fatto è la più grande porta di accesso per Venezia… Bisognerà capire come verrà Gestito, organizzato, pensato quanto sarà sostenibile, l' entrata più importante della città che porta milioni di turisti. Da qui le persone possono entrare in città già un po più preparati.” Partecipante

Qualità

“Questi prodotti di bassa qualità che si vendono dappertutto, dovrebbero essere regolati di più, o impedire che si aprano delle attività di bassa qualità nel giro di tre anni, ecco è una normativa, una delibera. Venezia è praticamente sommessa in mezzo a questa paccottiglia, che secondo me cambia anche il paesaggio della città, perchè essendo così ripetitivi dappertutto ti sembra che non c'è niente da guardare. Un souvenir è un oggetto che lo tieni tutta la vita, di valore, e invece tutto a 1$.” Partecipante

Studenti

“Mi chiedo quale ruolo possono avere studenti nel futuro di Venezia, nel senso che la città sia orientata agli studenti, per avere una vita decente, e possano votare Venezia... Come cambiare la città? Sono le persone della città, ce ne saranno almeno 10.000, se chi vive qua potesse votare alle amministrative in qualche modo sarebbero tenuti in considerazione.” Partecipante

Rigenerazione

“Parliamo tanto di sostenibilità, ma anche già nella parola "sostenibilità" c'è sostegno. E siamo già passati a questa cosa quindi secondo me la parola per il futuro è rigenerazione, perché se adesso non impariamo ad ascoltare la natura, non ce la faremo mai. La sostenibilità da sola purtroppo era attuale 10, 15 anni fa… adesso siamo in un fase che dobbiamo fare di più che sostenere e basta.” Partecipante

Riflessione

“...pensarci due volte per fare le cose, pensare alle conseguenze di quello che si fa e alla necessità di quello che si fa. In generale quando sei in barca, quando pianti un palo che non dovresti piantare, pensa alle conseguenze delle azioni.” Partecipante

Consapevolezza e impegno

“A livello nazionale ci sono degli interessi [locali] che non vengono considerati, non c'è abbastanza impegno, quindi secondo me deve partire qualcosa da là per sbloccare la situazione da noi.” Partecipante

Sacca Sessola

“...sarebbe di fronte a quello che adesso è l' Hotel delle Rose. E’ il primo posto dove andavo coi miei amici. Noi prendevamo Una Sanpierota, più o meno da San Trovaso, e andavamo a remi in sacca Sessola da piccoli - alle medie -  e per andare a fumare sigarette sostanzialmente, quindi per essere lontani dalla famiglia. Poi qui c'era la capannina dell'Enel dalla quale facevamo i tuffi, cosa vietatissima, e so che è qualcosa che ancora viene fatto dai ragazzi di oggi. Quindi l'area è ancora vissuta.” Partecipante

Serenità

“Le emozioni qui sono di serenità e libertà perché è un luogo che ognuno può autogestire. Ci si arriva in barca, con barche che non pescano, quindi ci arrivi vogando e quindi la libertà è una sensazione che mi ha dato quest'isola.” Partecipante

Esplorazione

“Io la laguna l'ho vissuta abbastanza in generale. Il ricordo iniziale è a San Giorgio in Alga, cioè un'isola in cui andavamo a remi (ho guidato il primo motore poco tempo fa, quando ho preso la barca). E andavamo in esplorazione, non andavamo a fare vandalismo. Andavamo a esplorare l'isola e a prenderci la frutta - perché le isole abbandonate avevano i frutti, quindi andavamo a prendere le pesche, l'uva…” Partecipante

Vivibile

“In barca a remi, andavo a dormire qua a Chioggia. e si dormiva e si stava lì, arrivavo con il sacco a pelo, si dormiva ma non entrava una goccia d'acqua… e nonostante questo c'era già la vogalonga che protestava contro il moto ondoso. L'evoluzione che ha avuto la laguna è disastrosamente disastrosa, ma non ce ne stiamo rendendo conto. ” Partecipante

Gita in famiglia

“per noi polesani Venezia è la "città in famiglia", e soprattutto Murano. Una delle prime foto, la foto che tutti noi abbiamo, è quella della gita. Si portano i bambini a vedere come si fa il vetro. Una delle prime cose che mi ricordo è proprio il cavallino che ho fatto in vetro di Murano.” Partecipante

(Primo) bagno

“...sono cresciuta con tutti i racconti dei miei genitori e di quello che facevano, per cui quello che vorrei condividere è una specie di trapasso generazionale, nel senso che i miei genitori mi raccontavano che una delle cose più belle che facevano quando erano bimbi era quella di fare il bagno in laguna. Quando sono arrivata qui a Venezia e mi hanno detto “non osare entrare in laguna” quindi mi è molto pesata la cosa. Invece altri mi hanno detto che se vai in alcune parti con la marea entrante si può fare. Per cui il mio ricordo è la prima volta che ho fatto il bagno in laguna, per me è stata una gioia proprio perché ho potuto riprendere quella che era il ricordo dei miei genitori.” Partecipante

Atmosfera

“...una volta siamo andati con mia zia a cena a Pellestrina. Quindi si va in barchino fino a Pellestrina e si vede questo tramonto spettacolare sulla laguna. Abbiamo mangiato capesante, e poi tornati di notte a Venezia. Per me è stato magico... la barca, la notte, l’acqua un po' più alta.” Partecipante

Acqua ferruginosa

“…si partiva con la barchetta e si andava sempre e solo  - perché mio papà era un po' abitudinario  - da una trattoria che ora non esiste più, che si chiamava da Olindo. Adesso è tutta cambiata la morfologia di Sant'erasmo, quando ero piccola io la spiaggia andava avanti fino di fronte al Bacan ed era tutta lunga e si faceva la passeggiata a piedi da Olindo. adesso non c'è proprio niente - ci sono pietre, non c'è più niente, proprio dove noi bambini andavamo a granchi. Da Olindo c'era un pozzo dove noi bambini bevevamo l’acqua - che era in realtà terrificante, era orribile. Però “faceva bene” quindi bisognava assolutamente berla.” Partecipante

Vita lenta

“...mi piace il ritmo lento che c'è a Sant'Elena, più lento rispetto al resto dell'isola. Però ovviamente, anche da un punto di vista lavorativo, molto spesso questo è un limite” Partecipante

Scoperta

“E’ stata una scoperta di vedere un posto, in un luogo come la provincia di Venezia quindi densamente abitata, dove sembra di essere in un altro pianeta.” Partecipante

Nebbia

“Per brevi periodi dell'anno...  in laguna a novembre con la nebbia mi trovo bene perché non c'è nessun altro.” Partecipante

Naturalità

“Mi fa stare bene l'area della laguna Nord per la sua naturalità. Quindi ogni volta che io devo organizzare le uscite per lavoro puntiamo sempre la zona Nord, mi piace il Dese, mi piace Lio Piccolo, mi piace tutta questa zona in cui comunque ci sono ancora strutture naturali.“ Partecipante

Respiro

“...quando finalmente ci si leva dal Canale dei Petroli e si comincia ad attraversare la laguna c'è questo olio di laguna, quest'acqua trasparente, e vedi l'orizzonte, mi piace l'acqua, mi piacciono le zone aperte, quindi ho bisogno di vedere l'orizzonte di quest'acqua lunghissima. Per me è tipo uno spazio di aria.” Partecipante

Impegno

“La parte Nord dell'isola [di Poveglia], quella non edificata, quindi la parte verde, per noi è una valvola di sfogo e comunque rappresenta l'impegno di un sacco di persone che si stanno dando da fare per recuperare quell'isola. Probabilmente l’isola è il simbolo della voglia di recuperare la fruibilità di alcuni spazi in laguna.” Partecipante

Fortuna/Lavoro

“Quando esco per lavoro in laguna centrale con i miei colleghi e le mie colleghe ed è un momento diverso della giornata lavorativa, stacco, non è come stare al computer. Ti dà il senso delle cose, la misura delle cose, perché stai davanti al computer a parlare di laguna eccetera e non vederla mai e anche un po’ alienante... quindi mi dà il senso delle cose.” Partecipante

Distruzione e pericolo

“...non lo so se sia scientificamente valido, ma a me ha sempre preoccupato sia Marghera sia il canale dei Petroli.” Partecipante

Turismo

“... è dappertutto, anche in laguna vedo i barconi, le barche negli ultimi anni stanno distruggendo la rive. Noi non vogliamo vogare, vogliamo che Venezia non venga distrutta, che è diverso. Un punto di verifica se Venezia resiste o no è se noi riusciamo a vogare o meno. Quando passo il Canale della Giudecca, chiamo il pronto intervento dei vigili, li chiamo e dico " Sto passando di là", perchè è molto pericoloso vogando.” Partecipante

Moto ondoso

“L'altro giorno, avevo quasi l'acqua dentro le ginocchia perché qualcuno ha pensato bene di accelerare fino a quasi arrivare da noi. Arrivato a metà barca poi ha rallentato due secondi per poi accelerare di nuovo, non rendendosi conto che comunque l'onda ci avrebbe preso, infatti l’ abbiamo presa in pieno. Abbiamo dovuto fermare l’allenamento e svuotare la barca con la sessola.” Partecipante

Stravolgimento (no compensazioni)

“Per me il Mose ha stravolto completamente il mio sentire. Per esempio agli Alberoni, alla Bocca di Malamocco, perché quando vado lì ogni volta mi viene un moto di nervoso. Tra l'altro le famose opere di compensazione non le ho viste e ed è sempre molto spiacevole vedere la differenza, anche perché è una cosa di pochi anni fa, per cui è chiaro che hai ancora di più il senso del cambiamento di quella zona.” Partecipante

Amministrazione

“Il fatto che ci sia un completo disinteresse per il benessere ambientale della nostra città e del nostro territorio è innegabile, e  sono molto, molto arrabbiata e questa cosa devo dire potrebbe sfociare in una vera e propria lotta di disobbedienza civile, quello che richiede un'amministrazione sorda.” Partecipante

Forza

“Lo stimolo che voglio dare è di pensare a Venezia, non sempre come una Vecchia Signora da salvaguardare, da salvare, ma come un giovane, vivo che deve aver voglia di fare e di combattere. Quindi una Venezia forte, questo è il mio sogno.” Partecipante

Consapevolezza ed educazione

“Molto spesso credo che alcune cose neanche si sappiano. Banalmente il turismo è un turismo ignorante, quindi non di qualità in tutti i sensi, anche economico, ma non c'è neanche cultura di conoscere la Laguna.” Partecipante

Conservazione

“La conservazione della laguna non può essere una chiusura, non lo faccio vedere più a nessuno, ma una conservazione intelligente.” Partecipante

Lavoro

“Riportiamo le aziende del terziario, visto che tipo molte aziende come Generali sono andata fuori da Venezia, e il comune non ha fatto niente per farle restare, anzi gli andava benissimo. Rifacciamo rientrare lavoro e residenza, nel senso che non è che io faccio venire qua la gente a lavorare, e poi dormono a Padova o a Bassano. Dobbiamo parlare anche di residenzialità, quindi rendere viva la città, cioè rendere Venezia una città vivibile, cioè far ritornare Venezia una città.” Partecipante

Comunità

“Io vedo la laguna e la situazione da qui a qualche anno - hai dato vent'anni come range - non molto diversa da quella di adesso... per cui è estremamente conflittuale, perché ci sono, e parlo in generale, categorie di utenti-utilizzatori della laguna che a volte pensano troppo in maniera egoistica, solo al proprio tornaconto. Qualsiasi decisione che si prenda deve richiedere un po’ di fatica perché si deve arrivare ad una mediazione tra quello che è il perfetto tornaconto, il 100% ideale, con il fatto di vivere in una comunità.” Partecipante

Insieme

“Si tende a pensare tutto in fasi spezzettate. La laguna sud, laguna nord, l'ecologia, gli uccelli, gli insetti...invece serve considerare tutti questi fattori insieme, anche perché sono tutti legati a vicenda. E questo mi porta anche a un'altro pensiero, cioè nella stessa parola si preclude anche un'altro spezzettamento, quello delle molte autorità che lavorano per la laguna sia a livello di autorità ma anche a livello di ricerca, c'è l'Università di Ca' Foscari, lo IUAV, Padova. Ognuno poi si prende il suo pezzettino di ricerca e non collabora. Bisogna andare oltre alle divisioni, agire insieme, due cervelli che pensano sono meglio di un cervello che pensa alla stessa cosa separatamente.” Partecipante

Pianificazione

“Gli egoismi singoli non li potrai mai evitare perché fanno parte della della questione umana, allora il problema è la regola, il regolamento e la pianificazione. Perché se posso andare in laguna e nessuno mi fa niente se vado a 150 all'ora, io ci vado perché tanto non succede niente. Allora sicuramente le associazioni possono mettersi a fare proposte, però se non c'è un sistema istituzionale che regoli un po’ questi appetiti e faccia un piano strategico per la tutela e la salvaguardia della laguna e di Venezia e della residenzialità, non si va da nessuna parte.” Partecipante

Massa critica

“Io posso anche salvare la barena, ma se dopodomani non ci sta nessuno che se ne prende cura e non è solo il residente ma è anche il turista interessato, è un problema. Le persone devono solo pensare, non mangiare e dormire, uscire, andare a fare l'aperitivo, cioè pensare dove sono, chi sono?” Partecipante


Le domande che hanno guidato la mappatura collettiva sono le seguenti, in ordine temporale:

"Primo incontro o ricordo nella laguna, un ricordo forte, positivo o negativo, tra terra e acqua, di quel primo incontro. In quale luogo e contesto?"

"Incontro quotidiano con la laguna, e nello specifico con i fattori di tensione e talvolta di conflitto per delle condizioni oggettive. Quale luogo è rappresentativo?"

"La laguna ha anche una dimensione del cuore, dell’orgoglio, del riconoscimento, di fuga dal centro, altre volte anche nel mezzo del lavoro la si ammira. Qual'è il luogo?"

"Un luogo da preservare dal punto di vista socio ambientale. Un ecosistema vivente con alcune sue necessità specifiche. In quale luogo si deve concentrare le nostre pratiche di conservazione e ripristino?"

L'esercizio di mappatura collettiva si è svolto durante il secondo workshop del progetto WaterLANDS, tenutosi a Venezia il 16 Giugno 2023.

Lo scopo dell’attività è stata di facilitare i/le partecipanti ad articolare ed esprimere il valore e il significato individuale e collettivo delle loro esperienze lagunari.

l dialogo con i/le partecipanti è stato organizzato in tavoli composti in maniera eterogenea al fine di accentuare il più possibile la varietà di composizione, che è un valore aggiunto dell’esperienza di mappatura.

I risultati visivi dell'esercizio di mappatura collettivo diventano proprietà intellettuale dei/delle partecipanti stessi, supportando la pianificazione partecipata e l'azione locale in linea con un approccio al capitale naturale.

Se riusciamo a capire meglio perché le persone apprezzano le zone umide, nel caso veneziano le barene, allora abbiamo maggiori possibilità di incoraggiare e coinvolgere altri a partecipare alla co-progettazione del ripristino, promuovendone i benefici per la comunità e, in generale, per i soggetti interessati e responsabili delle decisioni, ottimizzando quindi le probabilità di successo.

Partecipa anche tu!

Questa esplorazione non finisce qui. Ognuno/a di noi può contribuire con le proprio esperienze e ambizioni a questo processo di sviluppo mirato alla rigenerazione ambientale e culturale.

Scrivici al  info@weareherevenice.org  per diventare parte delle attività pratiche e di ricerca per il ripristino delle barene e/o per qualunque altra richiesta e informazione.