Centro Zen "Anshin"
Buddhismo a Roma
Introduzione
Anshin è un piccolo centro buddhista Zen di Roma, situato in Via Ettore Rolli 49, a circa 200 metri dalla stazione di Trastevere e poco più di un chilometro dalla fermata "Piramide" della Metro B, un’area particolarmente significativa della città, laddove convergono i quartieri storici di Trastevere, Testaccio e Monteverde-Portuense, zone che, oltre all’interesse turistico, presentano una fervente attività culturale e una vivida vita di quartiere. Nato come appartamento all'interno di un condominio, lo spazio mantiene tutt'ora l'identità di abitazione a cui si affiancano quelle di luogo religioso, centro di danza, associazione culturale e addirittura di struttura ricettiva. Il termine "anshin" è di origine giapponese e viene spesso utilizzato nel contesto del buddhismo Zen e può significare "pace interiore", "tranquillità" o "sicurezza nella mente".
Il centro
Anshin può essere considerato un luogo religioso parzialmente invisibile, data la sua collocazione, all'interno di un condominio, e l'assenza di elementi di forte riconoscibilità all'esterno, ad eccezione di una piccola targa posta di fianco il portone (e i vari riferimenti online). L'immobile, acquistato nel 1988, divenne prima sede del "Centro Tara Bianca" e dal 2006 assunse la denominazione attuale di Centro Zen Anshin, oggi affiliato all’Unione Buddhista Italiana. Il locale, concepito originariamente come appartamento, non dispone di grossi spazi interni, tuttavia i proprietari hanno saputo riconvertire e integrare l'ambiente senza modificarne la pianta architettonica. Oltre alla sala del Dharma (la "dottrina buddhista"), destinata anche alle attività di danza, sono presenti una stanza per la meditazione (o Zendo) dotata di una modesta biblioteca, un bagno e una piccolissima cucina, collegata al giardino posteriore con una rampa di scale, che da inoltre accesso alla camera privata dei monaci. Nel cortile posteriore si trova un giardino, che contiene acluni elementi tipici buddhisti, in particolare uno Stupa, il classico monumento funebre, un piccolo specchio d'acqua, diversi altarini e alcune lanterne giapponesi. All'interno del giardino si trova anche un bungalow destinato agli ospiti che scelgono il servizio di B&B.
Scansione 3D del giardino
Lo Stupa
L'identità Sōtō-shū
I due templi principali (Daihonzan) della Scuola Sōtō in Giappone
Il centro Anshin segue il messaggio e le pratiche della scuola Sōtō Zen , fondata da Dogen Zenji e Keizan Zenji, due monaci buddhisti giapponesi del XIII secolo. La figura principale nella scuola è quella di Shakyamuni Buddha, immagine che si ritrova nei templi e altari domestici. Il termine "Sōtō" significa "nella mente" o "pratica da seduti" e si riferisce all'importanza della meditazione Zazen come mezzo per raggiungere l'illuminazione, senza prefissarsi alcuno scopo. Altre pratiche meditative di rilievo sono Shikantaza (semplicemente seduti) e Mushotoku (lo Spirito Libero). Nella pratica di Sōtō Zen, si cerca di superare le distinzioni dualistiche tra mente e corpo, soggetto e oggetto, realtà e illuminazione, per abbracciare l'unità di tutto ciò che esiste. La figura del maestro (roshi) è importante poiché guida e supporta i praticanti nel loro cammino verso l'illuminazione, utilizzando metodi come il koan (un quesito insolubile che induce a una comprensione intuitiva) e la pratica di domande e risposte tra maestro e allievi. Il Sotoshu si mostra sensibile alle tematiche ambientali promuovendo i " cinque principi per una vita verde".
Uno dei tanti altarini presenti nel centro
Il " lignaggio " dei monaci di Anshin
Al centro Anshin lo "spirito zen" si percepisce a partire dal dialogo coi monaci, all'arredo prevalentemente in legno fino alla coesistenza di molteplici identità/funzioni che lo stesso spazio può assumere nel corso della giornata; di seguito due esempi: nel momento in cui si praticano le attività di danza, nella sala del Dharma vengono eliminati alcuni altarini per favorire il movimento dei praticanti; la stanza dedicata alla meditazione, come anticipato, assume anche la funzione di biblioteca. Da segnalare, infine, la presenza di numerosi oggetti legati alla cultura pop giapponese, nonché di due cani e un gatto all'interno del centro.
La doppia "anima" della sala meditazione
Le attività
Oltre alle pratiche strettamente legate al Sōtō Zen, il centro offre la possibilità di seguire corsi di danza e Tai Chi – Qi Gong, e servizi di B&B e casa vacanze ; inoltre, risulta impegnato in diverse attività di promozione culturale e volontariato sia nel quartiere che nelle scuole/università. In queste ultime i due monaci sono impegnati soprattutto in attività di educazione e formazione alla religione. Stando alle informazioni fornite dai monaci, attualmente Anshin è frequentato da circa 25 persone, sia uomini che donne, prevalentemente tra i 40 e 50 anni, di nazionalità italiana e ben istruiti, provenienti da zone del litorale romano e non da quartieri limitrofi; vi è una scarsa partecipazione straniera. Gli unici non italiani a frequentare il Centro sono alcuni cittadini statunitensi buddhisti. e deriva da legami personali che i due monaci intrattengono col Maestro Shoaku Okumura, attivo negli Stati Uniti. A gestire il centro ci sono Annamaria Gyoetsu Epifanìa e Guglielmo Doryu Cappelli, insegnanti Zen, eredi del Dharma del Maestro Shohaku Okumura, danzatori professionisti e coreografi.
I monaci del centro Anshin
Alcuni incontri
Distribuzione dei luoghi buddhisti - Roma e dintorni
dal sito anshin.it