Le torri Hamon

Raffineria S.A.R.O.M.

Video intervista a Sergio Zambelli

Immortalate nell’ultima scena del film Deserto Rosso, le torri di raffreddamento Hamon assumono nel tempo un forte significato simbolico al punto da trasformarsi in un simbolo del passato industriale di Ravenna.

Il profilo delle torri di raffreddamento contraddistingue il paesaggio di tutti gli insediamenti industriali ottocenteschi, specie quando questi sono affiancati da centrali elettriche o termiche, da raffinerie o da impianti destinati alle trasformazioni chimiche.

Le prime torri di raffreddamento, costruite con telai in legno o acciaio rivestito di pannelli in legno, compaiono nell’industria mineraria di estrazione del carbone.

Solo in un secondo tempo giungono le torri di raffreddamento in cemento armato, in grado di resistere meglio alle elevate temperature ormai raggiunte dai processi di lavorazione.

La soluzione della torre “svasata” verso il basso, realizzata per la prima volta dall’impresa tedesca Kuypers, è ripresa all’inizio del secolo dai fratelli Hamon, che daranno il loro nome alla realizzazione di questo tipo di strutture.

A Ravenna le torri di raffreddamento tipo Hamon, alte 55m e che si estendono su un’area di 2.500m², sono costruite da Attilio Monti che, dopo avere fondato la S.A.R.O.M. (Società Anonima Raffinazione Olii Minerali), realizza un grande stabilimento di raffinazione del petrolio nel 1950.

Il successo di Monti, suffragato dall’ascesa anche come grande editore nazionale, finisce bruscamente nel 1973. Al culmine della sua ascesa imprenditoriale, alla guida di un gruppo con oltre trentamila dipendenti, Monti è travolto dalla crisi petrolifera mondiale.

Tra il 1974 e il 1977 la S.A.R.O.M. accumula perdite per 234 miliardi di lire. L’indebitamento passa dai 700 a 1.140 miliardi. Nel 1979, dopo avere venduto la società Eridania a Serafino Ferruzzi, Monti avvia la trattativa con Eni per la cessione di tutte le altre attività produttive. Nel 1981 lo stabilimento di Ravenna chiude per sempre i battenti.

Negli ultimi anni si è sviluppato un acceso dibattito attorno al destino delle torri Hamon, che una parte dell’opinione pubblica locale vorrebbe recuperare e riqualificare. I terreni, bonificati nel 2021, sono stati venduti da ENI all'Autorità Portuale per la realizzazione di un parco fotovoltaico.

Ad oggi le torri sono state completamente demolite.