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INTRO
Dopo trent'anni di relativa calma il mondo entra nuovamente in un periodo di tensioni e di guerre e la scomparsa dei fatti, le notizie di distrazione di massa (vedi il caso Sangiuliano) e l'uso propagandistico dell'informazione ormai superano gli abituali livelli di ordinaria manipolazione dell'informazione.
PuntoCritico è l'alternativa che ti proponiamo: un’iniziativa editoriale nata nel 2018 per raccontare la politica nazionale e internazionale, il mondo del lavoro e le sue lotte, la sinistra e il sindacato, l’economia e tanto altro ancora. Un'informazione "di parte", fatta dal punto di vista delle classi dominate e non di quelle dominanti, ma che parte dai fatti. Scorrendo questa pagina troverai qualche esempio del nostro lavoro: sapevi, ad esempio, che mentre "siamo in guerra" con la Russia l'ENI in Africa fa affari con la compagnia russa Lukoil?
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Newsletter dell'1 marzo 2022 (e-mail)

Newsletter del 29 marzo 2022 (sito)

INCHIESTE
CONGO Gli affari di ENI coi russi
10 miliardi di dollari investiti sulla produzione di gas naturale liquido a Marine XII, al largo della Repubblica del Congo, in cui ENI è socia al 65% con la seconda compagnia energetica russa Lukoil (25%) e col regime di Denis Sassou-Nguesso (10%). Ma i dirigenti ENI presenti a marzo alla firma del Pledge for Safety non citano mai i russi.
MARCO VERUGGIO, 5 aprile 2023
In piedi attorno a un ampio tavolo circolare, collocato nel parco della Centrale électrique du Congo (CEC) a Pointe-Noire, sul cui ripiano è impressa una riproduzione gigante del logo dell’ENI, si trovano alcune decine di persone. Sono tutte in giacca e cravatta, nonostante il sole cocente e una temperatura che sfiora i 35 gradi. Tra loro il ministro degli idrocarburi della Repubblica del Congo Bruno Jean-Richard Itoua, il direttore delle attività upstream dell’ENI Luca Vignati, quello della controllata ENI Congo SA, Mirko Araldi, e altri dirigenti dell’azienda di Stato italiana degli idrocarburi, ma anche di altre una quarantina di imprese del suo indotto, parecchie italiane ( continua a leggere )
Penne precarie
I giornalisti italiani sono sempre più strozzati da retribuzioni insufficienti e ricatti etici; un rischio enorme anche per la democrazia.
CATERINA MAGGI, 20 settembre 2023
Era precario. Era un essere umano che cercava di affrontare la vita nonostante i suoi scossoni. E quando è arrivata un’altra delusione personale, nel mezzo dell’instabilità, ha deciso che quella tempesta lo stava lacerando da troppo tempo: ha teso una corda verso una via d’uscita che gli sembrava preferibile alla desolazione. Così moriva suicida nel 2011 a Bari Pierpaolo Faggiano. La sua morte spinse l’Ordine dei giornalisti all’adozione della Carta di Firenze, il testo deontologico inserito dal 2021 nel Testo Unico che dovrebbe tutelare il lavoro giornalistico. Ma quel pezzo di carta è rimasto lettera morta. ( continua a leggere )
Superlega, anche l'industria del calcio è globale
Per qualcuno alla fine hanno vinto lo sport e i suoi ideali, ma se guardiamo ai numeri quello sulla Superlega è stato semplicemente lo scontro di due concezioni differenti dell’industria del calcio, legate alle diverse situazione materiali dei club. Se l’economia è globale e il calcio è un’industria, il piano dei superclub, oggi naufragato miseramente, potrebbe riproporsi.
ANTONGIULIO MANNONI, 4 maggio 2021
La vicenda è nota: nella notte tra domenica 18 e lunedì 19 Aprile, 12 club tra i principali del calcio europeo annunciano la creazione di un proprio torneo chiamato Superlega. Un campionato privato tra 12 squadre più cinque che avranno il privilegio di essere scelte di volta in volta per accedere a questo club esclusivo i cui portavoce affermano di avere già in tasca l’impegno di altre potenze calcistiche ad aderire. Nelle 48 ore successive la notizia ha il potere di far sparire dalle prime pagine l’emergenza della pandemia, di mobilitare i massimi vertici politici europei (Macron, Merkel, Draghi, Johnson, Sanchez) in un moto comune di indignazione; di scatenare gli organi di governo del calcio a tutti i livelli nella minaccia di sanzioni, espulsioni, ritorsioni legali contro i club coinvolti; di produrre un fiume di dichiarazioni e analisi da parte di allenatori, giocatori, commentatori sportivi e opinionisti più o meno esperti su tutti i canali della comunicazione contemporanea; persino di generare mobilitazioni di piazza e manifestazioni negli stadi da parte delle tifoserie storiche soprattutto inglesi, ma anche spagnole e, in minima parte, italiane. Di conseguenza, tra retromarce imbarazzanti e scuse pubbliche di alcuni club, il progetto viene ritirato o, nell’interpretazione di alcuni, soltanto accantonato. ( continua a leggere )
REPORTAGE
SMACO: l’impossibile sminamento del deserto
Dal 1975 ci sono più di 7 milioni di mine nel territorio del Sahara occidentale. Mine di ogni tipo, mine antiuomo, anticarro, mine a grappolo. Ci sono manufatti e resti di esplosivi e residuati. Lo sminamento è diventato quasi impossibile per la mancanza di risorse e la fine del cessate il fuoco.
ELENA RUSCA (testo e immagini), 23 febbraio 2022
SAHARA OCCIDENTALE A pochi chilometri dall’Europa, il territorio del Sahara occidentale è stato minato fin dagli anni ’70 dallo Stato del Marocco per un tratto di oltre 2.700 chilometri per fermare il movimento di liberazione nazionale Saharawi. Questo tentativo è stato attuato combinando una “linea difensiva” con un muro discontinuo, che impedisce al Popolo Saharawi di autodeterminarsi e di essere uno Stato, consentendo al Marocco di governare in questa parte d’Africa, per il diritto internazionale illegittimamente. ( continua a leggere )
INTERVISTE
USA Licenziato da Amazon: ‘Ora farò il sindacato’
Intervista a Chris Smalls, lavoratore Amazon JFK8 Staten Island, New York
REDAZIONE PuntoCritico, 15 maggio 2020
Fino a marzo Chris Smalls era un dipendente modello. Come racconta nell’intervista che gli abbiamo fatto, lavorava per Amazon dal 2015, aveva lavorato duro e, secondo i classici crismi del sogno americano, si era conquistato una posizione nello stabilimento JFK8 di Staten Island, circa 5.000 addetti reclutati a New York o nel vicino New Jersey.
“Iran-Israele, un balletto pericoloso”
Intervista ad Alì Ghaderi, Fedayn del Popolo iraniano
L’allargamento della guerra a Gaza al Libano e gli attacchi israeliani a Siria e Iran hanno reso manifesto un conflitto regionale con motivazioni ben più ampie di quelle tradizionali del conflitto israelo-palestinese. Quello che segue è un colloquio con Alì Ghaderi, dirigente dei Fedayn del Popolo, organizzazione che fa parte del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana, e deriva dalla trascrizione di una riunione-intervista collettiva tra lui, la redazione di PuntoCritico e il collettivo ControCorrente. ( continua a leggere )
ANALISI
Il ritorno della questione militare
Alcuni elementi di riflessione.
PIERO ACQUILINO, 17 MARZO 2024
La questione militare e lo Stato
Marco Veruggio, nella scorsa newsletter di PuntoCritico, ci ha ricordato l’importanza di quella che nella storia del movimento operaio è stata definita la “questione militare”.
Un tema che negli ultimi decenni è completamente scomparso dall’orizzonte politico delle sinistre di lotta e/o di governo, ridotte oggi, di fronte alle guerre presenti e future a barcamenarsi nel dilemma tra appoggiare – criticamente, ça va sans dire! – l’imperialismo di casa propria o aggrapparsi piagnucolando alla sottana del papa. ( continua a leggere )
Il significato storico della lotta sindacale alla Tesla in Svezia
Questo conflitto va oltre la difesa dei diritti sindacali e dei lavoratori in una sola azienda, in un solo paese.
GIANNI ALIOTI, 10 gennaio 2024
Per chi ha cuore il diritto fondamentale dei lavoratori alla contrattazione collettiva e lo stesso futuro del sindacalismo, l’esito del conflitto tra il sindacato svedese IF Metall ed Elon Musk sarà uno spartiacque storico.
Un buon motivo per tutti i sindacati autentici “di mollare le menate e di mettersi a lottare” a sostegno della lotta dei lavoratori scandinavi. Meglio se unitariamente, su un minimo denominatore comune. Accantonando (almeno per il momento) differenze d’impostazione e di strategia sindacale.
In gioco c’è il destino prossimo futuro, non solo in Svezia ma in tutto il mondo, del diritto di esistere come sindacati nei luoghi di lavoro. E non è questione di essere più o meno moderati o più o meno radicali, partecipativi o antagonisti, confederali o di base, autonomi o “cinghie di trasmissione”… ( continua a leggere )
Brigate partigiane o Brigata ebraica o dell’uso politico della storia
“Chi controlla il passato controlla il futuro” (G. Orwell).
AMEDEO ROSSI, 25 aprile 2022.
Dopo la pausa forzata dovuta all’epidemia di COVID-19, è ripresa come ogni anno la polemica relativa alla presenza di bandiere palestinesi e di bandiere israeliane durante le commemorazioni del 25 aprile.
Un libro scritto dallo storico Gianluca Fantoni e pubblicato nel gennaio scorso (Storia della Brigata ebraica. Gli ebrei della Palestina che combatterono in Italia nella Seconda guerra mondiale, Einaudi, 2022, 27 euro) rappresenta probabilmente il saggio più completo e aggiornato sull’argomento e aiuta a fare chiarezza su una serie di questioni anche di carattere politico generale. Non a caso è stato quasi ignorato, almeno nelle pagine in rete. Le recensioni che ho individuato in rete si trovano sul sito filoisraeliano “Informazione corretta”, ricavata dal quotidiano online di destra La Ragione, che distorce palesemente il contenuto del libro, e su Moked - Portale dell'ebraismo italiano italiano lo storico David Bidussa ha scritto una nota brevissima quanto omissiva. Al momento brillano per la loro assenza tutti i principali giornali nazionali. ( continua a leggere )
AUTORI
PIERO ACQUILINO
ANTONGIULIO MANNONI
ELENA RUSCA
CATERINA MAGGI
MARCO VERUGGIO
GIANNI ALIOTI
AMEDEO ROSSI
EDIZIONI PC
Ernest Mandel, Il significato della II Guerra Mondiale, I ed. it. (2021), 15 euro
Charmaine Chua-Spencer Cox, Marco Veruggio. Introduzione di Sergio Bologna (2024), 12 euro
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