I Ristoranti al Mare

Con l'arrivo degli anni '60 dell' '800, Porto Corsini, avviava il suo processo di trasformazioni, con lo spostamento del centro di interesse intorno al 1863 da quella che era la zona della  Fabbrica vecchia  a quella del nuovo Faro. I primi cambiamenti di ciò che nel tempo diventerà una delle località marittime più conosciute della riviera romagnola: Marina di Ravenna.

L'Osteria di Giuseppe Greco

Uno dei primi protagonisti dell'evoluzione dell'area fu Giuseppe Greco, conduttore della Fabbrica comunale di Porto Corsini e proprietario di una bottega. Greco fu la prima persona ad interessarsi all'attività turistica nella zona, come testimonia una sua lettera indirizzata al Municipio:

..unica vista di speculazione che può rimanere... sarebbe quella di avere quanti ambienti fosse possibile, onde approfittare a sito vantaggio per la stagione dei Bagni.

Fu così che nel 1864 il Comune predispose l’alienazione di sei abitazioni delle Case Lunghe e della parte di  Fabbrica Vec­chia  adibita a osteria e locanda. Nel 1865 il Comune obbligò Giuseppe Greco e la sua numerosa famiglia a lasciare la gestione dell'osteria, ma all'asta non si presentarono acquirenti e "Beppe" riprese il suo lavoro.

Una mappa raffigurante porto Corsini nel 1859. Si nota presso la curva del Candiano la Fabbrica Vecchia, mentre andando verso il mare si distinguono le Case Lunghe.

"Era costui un chiozzotto salito in rinomanza per l ’abilità con cui sapeva confezionare saporitissimi guazzetti di pesce che i ravennati chia­mano brodetti. La figura di Beppo era divenuta simpatica anche perché aveva salvato molte persone in procinto d'annegare"

L. MISEROCCHI, Ravenna e Ravennati..., cit., p.282.

Il 13 giugno 1867 una parte dei locali furono distrutti da un incendio e ciò spinse Giuseppe Greco a lasciare i locali della Fabbrica Vecchia, spostandosi presso il  Faro .

Case Vecchie conosciute come le Case Lunghe in una Pianta prospettica di Porto Corsini di Gaetano Savini del 1904.

L’Osteria di Francesco Soprani

L'Osteria nacque nel 1866 presso le case lunghe. Queste erano inizialmente chiamate case nuove per distinguerle dalla fabbrica vecchia, ma con il passare del tempo le case, che non si presentavano più come “nuove", furo­no definitivamente chiamate “lunghe", per la loro particolare conformazione. Di fronte a queste era sorto lo “sbarcatoio” per l’arrivo delle batane (barche trainate da cavalli) che facevano spola lungo il Candiano per accompagnare i turisti dalla città al mare.

La trattoria dopo la Guerra prese il nome di Candiano e restò in attività per quasi un secolo, fino alla gestione di Nello Mazzavillani, ultimo conduttore prima della demolizione del caseggiato nel 1965.

Osteria di Gregorio Montanari

Gregorio Montanari, nipote del Parroco Don Montanari, dopo la morte di Giuseppe Greco divenne il nuovo personaggio autorevole di Porto Corsini.

Possessore di un'osteria nei pressi della chiesa concluse una convenzione con l'Amministrazione militare per la somministrazione del vitto, aprendo una bettola in prossimità della zona delle esercitazioni.

La Capanna Gotica

La Capanna Gotica fu uno dei primi locali aperto grazie all'arrivo di imprenditori giunti da fuori, in questo caso Erminia Dirani e la figlia Angela. Immigrata da Bagnacavallo, Erminia aveva aperto una prima attività nel borgo San Biagio a Ravenna.

La simpatica Erminia fu conosciuta con il soprannome “Focamonica”, questo perchè nei pressi del locale, una compagnia di artisti di strada presentava uno spettacolo di foche monache ammaestrate, richiamando un gran numero di spettatori che divennero clienti abituali del vicino ristorante. Erminia, che passava tra i tavoli con la sua andatura dondolante, non riuscì a sfuggire a questo soprannome che la seguirà per tutta la vita.

Nel 1893 Erminia Dirani prese in affitto un locale a Porto Corsini, lungo la via di Alaggio e vi aprì una trattoria in grado anche di offrire un servizio quale pensione.

In occasione delle annuali esercitazioni militari presso il poligono, Erminia si occupava di allestire la mensa degli ufficiali, proponendo loro una particolare rivisitazione del classico brodetto chioggiotto.

Nel 1900 ottenne in concessione dal Demanio per un appezzamento di terreno dietro al faro, su cui era già stata costruita un’abitazione in legno che richiamava lo stile gotico: da qui il nome del locale, La Capanna Gotica.

Il Cannone

Con la diffusione del turismo balneare e l’entrata in funzione del poligo­no di tiro tra la Fabbrica Vecchia, il Marchesa­to, le Case Lunghe e gli edifici in via d’Alaggio e nei pressi del poligono e della spiaggia cresceva il numero dei ritrovi e le trattorie. La presenza di un elevato numero di questi testimonia che, all’inizio del secolo, la borgata, anche se ancora presentava difficili con­dizioni sociali e ambientali, era abbastanza fre­quentata.

Nel 1904 Giulio Guardigli (al centro della foto) inaugurò al numero 21 di via d’Alaggio una trattoria che presentava un tono ricercato, prese il nome di Cannone, per una grande immagine di un cannone su una parete del locale. Così ne parlava un articolo, apparso nel 1907 su un periodico ravennate:

...l'amico Giulio Guardigli che in certi giorni è costretto a riman­ dare la gente dal cortile gremito del suo Canno­ne

La Pace

La trattoria La Pace sorge nel 1889 per volere di Rinaldo Greco, lungo l'attuale via Vecchi, in angolo con la via Pescatori, momento in cui Rinaldo ottenne licenza di vendere vino in un capanno di legno. L'attività ebbe diversi gestori fino al 1905, quando Teodolinda Savini la rilevò, trasformandola in una vera e propria trattoria chiamata Al Poligono. 

Dopo la Prima Guerra Mondiale la struttura fu migliorata e ristrutturata, e gli fu dato il nome di trattoria La Pace, come omaggio per la fine della guerra, che in seguito fu ceduta alla “Marietla” Babini, che la conservò fino al 1953.

Trieste

Nel 1905 aprì per volere dei fratelli Minzoni una trattoria dal nome Trieste, che dopo il primo dopo guerra, con il miglioramento dei mezzi di comunicazione e l'aumento di turismo, fu acquistata da Romeo Borghesi e gestita da sua moglie Pia Montanari, figlia di Gregorio Montanari, che condusse il locale, con grande capacità ed energia.

Pia Montanari (figlia di Gregorio Montanari) conduttrice del ristorante Trieste.

Al Sole

Locanda nata nel 1893, probabilmente al posto dell'antica Osteria di Gregorio Montanari, si trasformò insieme al Miramare in uno dei primi alberghi di Porto Corsini.

Lungo la strada che dal faro conduceva alla spiaggia, Giu­seppe Gondolini, nel 1919, ottenne la licenza di: «vendere vino nella casa già adibita ad uso di fabbrica di gazzose», con la possibilità di tra­sformare la precedente bettola in una vera e propria trattoria e poi locanda con il nome: Al Sole. Mario, figlio del gestore, decise di approfittare della situazione per creare un business più grande, così costruì qualche stanza per assecondare la crescente richiesta di alloggi per villeggiatura.

Miramare

Nel 1925 aprono i battenti dell'albergo Miramare, costruito per volere di Angelo Zama, capomastro muratore di Ravenna, con il desiderio di costruire un esercizio alberghiero a Porto Corsini, su un lotto di terreno acquistato tempo prima. 

Per realizzare il suo obiettivo si licenziò dalla Cmc chiedendo come liquidazione materiale edile anziché denaro. Grazie al materiale ottenuto e a quello recuperato dai “fortini” residuati della prima guerra mondiale, in pochi mesi realizzò con l'aiuto dei figli Dino e Bruno il primo piano del locale che fu allestito ad uso di trattoria. Successivamente creò il secondo piano accogliente ed ospitale, dando vita a un vero e proprio albergo che chiamò Miramare, dal momento che sorgeva sulla spiaggia.

Fra gli anni '50 e '60 Marina di Ravenna fu caratterizzata da una forte ripresa economica dopo gli avvenimenti della Seconda Guerra Mondiale. Grazie anche alla ripresa turistica fortemente favorita dall'Azienda di Soggiorno, è in questi anni che nasce il turismo di massa per idea degli esercenti romagnoli con la pratica dei prezzi contenuti e popolari. Nel 1954, il delegato Matteini potè così descrivere la crescita turistica di Marina di Ravenna: 

Durante la stagione bal­neare si conta un'affluenza di circa 8-10 mila persone per ciascuno dei due mesi luglio e agosto e oltre 10 mila persone circa in più nelle giornate festive dei predetti due mesi.

Nuove strutture ricettive sorgevano continuamente a Marina, ma l’attività turistica pecu­liare restava la ristorazione. Al fianco degli antichi e già conosciuti ristoranti come: La Pace, il Cannone, Al Sole e il Miramare; facevano capolino sulla scena locali come: il Porto,il Maddalena e sulla strada per Marina, lungo la via d’Alaggio, la trattoria Uciletti.

Al Porto

Ristorante di proprietà della famiglia Giometti rappresenta a tutt’oggi la più antica gestione famigliare di marina di Ravenna.

Il Maddalena

Ad oggi è un Bed & Breakfast nel cuore di Marina di Ravenna, a due passi dalla spiaggia e dai locali della movida, è uno dei più chiari esempi di tradizione e ospitalità romagnola dal 1960.

Trattoria Uciletti

In origine una bettola aperta da Icilio Lelli nel 1911, aveva sede su via d'Alaggio. Dopo varie gestioni, divenne la trattoria di Uciletti, famosa per i piatti a base di pesce.

La presenza di questa trattoria contribuiva a movimentare la zona, in quella che ai tempi era una strada al centro delle attività portuali. Scomparve in seguito agli interventi di ampliamento del Candiano e allo smantellamento di via d'Alaggio.

Case Vecchie conosciute come le Case Lunghe in una Pianta prospettica di Porto Corsini di Gaetano Savini del 1904.

Una mappa raffigurante porto Corsini nel 1859. Si nota presso la curva del Candiano la Fabbrica Vecchia, mentre andando verso il mare si distinguono le Case Lunghe.

Pia Montanari (figlia di Gregorio Montanari) conduttrice del ristorante Trieste.